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Il TELEFONO AMICO come strumento di contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.
Il Telefono Amico vuole essere al fianco dei giovani che subiscono atti di bullismo o cyberbullismo. Siamo convinti che uno degli strumenti più potenti nella lotta contro questo fenomeno sia la partecipazione emotiva. Quando ci immergiamo nelle esperienze e nelle emozioni delle persone che sono vittime di bullismo, possiamo comprendere appieno l'impatto devastante che questa forma di violenza ha sulle loro vite. Ce ne accorgiamo quando rispondiamo alle chiamate dei giovani che chiamano il nostro numero o che ci scrivono tramite la nostra chat. Ci rendiamo conto che l'ascolto in questi casi non è un semplice atto di gentilezza, ma è una forma di sostegno concreto. Quando offriamo il nostro orecchio empatico, dimostriamo alle vittime di bullismo che non sono sole; che possono condividere le loro emozioni più difficili da vivere (la paura, l’ansia, la vergogna, il senso di inadeguatezza, di isolamento…); che l’altro non è solo colui che ti rende la vita difficile, ma può essere anche un amico che ti accoglie nelle tue difficoltà e fragilità; non solo riconosciamo il dolore delle vittime di bullismo, ma mostriamo loro che ci importa.
Ma non ci si limita solo alle vittime. Sì, capita anche che ci contattino persone che usano modi e toni violenti col loro prossimo. Ebbene, anche coloro che perpetrano atti di bullismo hanno bisogno di essere ascoltati. Possono portare con sé un bagaglio di difficoltà emotive o esperienze traumatiche che li spingono a comportarsi in modi dannosi. Offrendo loro attenzione possiamo aiutarli ad ascoltare sé stessi (la rabbia, la frustrazione, l’invidia, l’insicurezza, il senso di potere…), a comprendere le conseguenze dei loro comportamenti e ad affrontare le loro sfide in modi più costruttivi.
Questo è il nostro contributo alla lotta contro il bullismo e il cyberbullismo, avendo fiducia che attraverso questo tipo di ascolto emotivo possiamo creare connessioni significative che ogni volta che tendiamo l'orecchio e il cuore a chi ne ha bisogno, contribuiamo a costruire una società più inclusiva, rispettosa e compassionevole.
Il TELEFONO AMICO come strumento di contrasto all’autolesionismo
Il Telefono Amico raccoglie grida di dolore anche da persone che ricorrono all’autolesionismo. Non siamo psicologi e non possiamo mettere in campo alcuna cura. Ma siamo impegnati anche su questo fronte con quello che possiamo e sappiamo fare: esserci, partecipare emotivamente, ascoltare, non come fossimo un medico e un terapeuta, ma come farebbe un amico. Questo atteggiamento è fondamentale per offrire sostegno alle persone che lottano con questa complessa sfida. L'autolesionismo non è semplicemente un comportamento autodistruttivo, ma spesso è una forma di espressione emotiva di una sofferenza interiore indicibile e insopportabile. Ecco, quando offriamo un ascolto attento e compassionevole, creiamo uno spazio sicuro in cui le persone possono condividere apertamente le proprie esperienze ed emozioni più profonde e dolorose, senza giudizio. La persona che ci chiama ha quindi tutta la libertà dirci la propria disperazione, tristezza, rabbia, il senso di vuoto, di intorpidimento, di impotenza che sta vivendo. Questo tipo di presenza non solo offre conforto immediato, ma dimostra anche alle persone che sono viste, accettate e accolte per quello che sono.
Tuttavia, la condivisione emotiva non si limita solo a comprendere e sostenere le persone che praticano l'autolesionismo, ma si estende anche ai loro familiari e amici. Al nostro numero chiamano anche coloro che sono vicini alle persone che si autoinfliggono lesioni: anche a loro offriamo un ascolto empatico per aiutarli nel loro impegno e nella loro fatica quotidiani.
Il nostro impegno contro l'autolesionismo si basa sull'idea che se non possiamo curare e guarire, attraverso la presenza e la partecipazione emotiva possiamo però trasformare la solitudine in relazione, e la relazione è la base e l’inizio di ogni guarigione.
Il TELEFONO AMICO come strumento di contrasto alla depressione
Il Telefono Amico è un sostegno importante per coloro che vivono la depressione. La depressione non è solo una condizione individuale, ma spesso è alimentata da una complessità di fattori genetici, biologici, psicologici, sociali, ambientali. Le sue radici e le sue conseguenze vanno ben oltre l'individuo che ne è afflitto. I rapporti interpersonali, le dinamiche familiari, lo stress lavorativo possono influenzare notevolmente lo sviluppo e il protrarsi della depressione. Le difficoltà nelle relazioni e la mancanza di supporto sociale possono contribuire al deterioramento dello stato emotivo di un individuo. La depressione inoltre può essere aggravata dalla percezione sociale negativa e dallo stigma associato ai disturbi mentali. Le persone che ne soffrono possono dunque sentirsi emarginate, giudicate o mal comprese dalla società, il che può peggiorare la loro condizione e aumentare il loro senso di isolamento.
In questo contesto Telefono Amico diventa uno strumento prezioso nella lotta alla depressione. Senza essere medici o terapeuti, semplicemente come esseri umani che assumono un atteggiamento amicale, offriamo a chi è colpito da depressione uno spazio di condivisione e di relazione, l’opportunità di potersi aprire liberamente, di rivelare i propri pensieri e le proprie emozioni senza paura di essere etichettato o giudicato. Praticando un ascolto empatico, attento alla persona e al suo vissuto, creiamo una “bolla” sicura e accogliente, in cui chi ci chiama può semplicemente essere sé stesso ed esprimere liberamente tutte le proprie fatiche e stanchezze, speranze e delusioni. Questo tipo di partecipazione non solo offre un sollievo immediato dalla solitudine che spesso accompagna la depressione, ma dimostra anche alle persone che possono condividere quello che hanno dentro, e che sono viste, comprese e accolte per quello che sono. Certo, il Telefono Amico non può curare, tanto meno guarire, ma attraverso conversazioni libere, rispettose e aperte, può aiutare le persone a esprimere il proprio vissuto, esplorare le proprie emozioni, ordinare i propri pensieri. E a farlo non da sole, ma con un “amico”.
Così operiamo noi, con la nostra presenza e partecipazione, perché in questo modo passa anche il nostro impegno contro la depressione, basandoci sulla convinzione che attraverso il saper ascoltare si può trasformare l'isolamento in relazione e che la relazione è di per sé un “farmaco” essenziale per la cura delle persone.
Il TELEFONO AMICO come strumento di prevenzione del suicidio
Può essere sorprendente scoprire che il Telefono Amico sia stato riconosciuto, sin dalla sua fondazione nell’Inghilterra dei primi anni 50, come un servizio particolarmente adatto alla prevenzione del suicidio: come può, infatti, essere d’utilità un servizio svolto da volontari senza una specializzazione specifica ma armati solamente della voglia di stare insieme a persone sconosciute e destinate a rimanere tali grazie al completo anonimato che lo strumento consente?
Può sorprendere, ma non poi così tanto se si pensa alla comunicazione come ad un vero e proprio bisogno primario del quale non è possibile fare a meno: sin dalla più tenera infanzia, infatti, si impara tutto dagli altri, l’identità, la lingua, la gestualità ecc.
Gli altri sono il veicolo che consente alle persone di riconoscersi come tali e quando la comunicazione viene meno o addirittura a mancare la persona ne risente fino a non volere più esistere almeno nel modo che ha sperimentato fino a quel momento.
Il Telefono Amico vive un costante paradosso.
Le persone chiamano per le motivazioni più banali che, però, le emozioni rendono uniche e ne parlano con uno sconosciuto perché la solitudine che le circonda, vera o percepita, fanno sentire gli altri di nessun aiuto; uno sconosciuto forse può comprendere meglio perché, non conoscendo, non ha gli strumenti per giudicare e quindi può ascoltare e, magari, accettare per come si è o come si vorrebbe essere.
Una persona che pensa al suicidio sta vivendo una situazione difficilissima se non intollerabile, in un mondo ritenuto ostile ed inutile che le fa desiderare di non voler andare avanti in quella direzione e ne parla con uno sconosciuto.
Questo gesto ha un significato ben preciso: “nessuno mi comprende e quindi nessuno mi può aiutare ma, nello stesso tempo, ho bisogno di parlarne con qualcuno”: ecco il paradosso del Servizio.
A questo punto gli strumenti che rendono il TA così indefinibile diventano preziosi ed insostituibili: il dialogo è sul piano emotivo e quindi autentico, i fatti passano in secondo piano perché non sono immediatamente modificabili ma i giudizi ed i pregiudizi possono essere accantonati perché le persone mantengono il loro anonimato ed il fatto che non ci siano esperti consente un rapporto paritario lasciando percepire che il bisogno di stare insieme è in qualche modo reciproco.
Per cercare di offrire questo servizio il volontario del Telefono Amico ha scelto come modello di comportamento nell’approccio telefonico quello amicale che, per definizione, è accettante, disponibile, anonimo e quindi nella posizione di recepire con maggior puntualità gli eventuali segnali di pericolo. La ricerca della comunicazione con un interlocutore sconosciuto e non scelto in base ad una storia personale comune dà senso al servizio: la comunicazione è un gesto che va nella direzione della vita o, quanto meno, della speranza e della fiducia; elementi questi antitetici all’atteggiamento anticonservativo, qualunque ne sia la causa.
Anche se chi chiama sa di poterlo fare non è necessario parlare di suicidio: è più che sufficiente condividere le emozioni che la persona sta vivendo in quel momento e per questo molte sono le telefonate di persone sfiduciate, ripetitive o tendenti alla depressione; sono situazioni pesanti che possono lasciare nel volontario l’impressione di inutilità ed impotenza.
Ma il senso del servizio, il suo valore più profondo nella prevenzione del suicidio va proprio ricercato in quei dialoghi fatti di niente, impalpabili ed inconcludenti che mettono in relazione persone che con un filo di voce, faticosamente, descrivono una deriva di qualità della vita che si manifesta con stanchezza e crescente distacco da un’esistenza che, giorno dopo giorno, smette di interessare; in quel momento un’altra persona qualunque, dotata di calore e sensibilità, prova a farle avvertire che quel dialogo rappresenta per entrambi un’occasione preziosa di crescita, da non perdere e da non sprecare.
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